L’avvocato Carlo Malinconico chiede maggiori controlli su Consip
L’avvocato Carlo Malinconico ha rilasciato un lungo comunicato, insieme al socio Domenico Gentile con cui condivide uno studio legale, in cui affronta la questione della semplificazione degli appalti e chiede che vengano intensificati i controlli su Consip.
Gli avvocati, sebbene condividano l’idea che “per dar forza alla ripresa post-covid, Governo e Parlamento sembrano oramai orientati ad un’ulteriore semplificazione della normativa in materia di appalti e concessioni, volta per lo più a velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche e infrastrutturali di cui ha tanto bisogno il Paese”, riconoscendo che “è un bene che si vada per questa strada”, propongono un approccio più critico. In particolare, secondo Carlo Malinconico e Domenico Gentile, il focus andrebbe spostato sull’efficienza delle procedure pubbliche di acquisto, quindi della centrale di acquisti.
Per lo studio legale “si deve ragionare anche sullo stato del processo di centralizzazione da anni in corso in Italia, poiché anche l’acquisto di beni e servizi, che da soli quotano circa l’11% del Pil nazionale, si sta dimostrando su più fronti inadeguato, come testimoniano i continui annullamenti giurisdizionali di gare centralizzate, che producono danni alle imprese”. Le loro argomentazioni sono supportate da due recenti contenziosi curati proprio dal loro studio e riguardanti l’annullamento di importanti gare Consip. La prima, annullata con sentenza n. 2259 del 16/3/2021 dal Consiglio di Stato, concerneva l’affidamento dei servizi museali di accoglienza presso il Parco Archeologico del Colosseo. La seconda, annullata con sentenza n. 2284 del 17/4/2021, afferiva invece all’affidamento dei servizi di stenotipia, fonoregistrazione e trascrizione dei verbali delle udienze penali.
“Non siamo contro la centralizzazione – assicura Carlo Malinconico – e non ci piace apparire come avversari, per pregiudizio, della Consip. Ma l’annullamento di due gare così importanti nell’arco di un solo mese, e questo è il dato che conosciamo, perché si tratta di giudizi ai quali abbiamo partecipato, ingenera un meccanismo perverso, che frena lo sviluppo dell’economia e la produzione di ricchezza e del pil, non meno di quanto non avvenga con il blocco delle opere pubbliche”. In merito alle gare annullate, l’avvocato sottolinea che il loro annullamento avrebbe comportato un ingente perdita di denaro per lo Stato e favorito il mantenimento dello status quo, oltre a far permanere una serie di meccanismi poco trasparenti tra le grandi imprese che danneggiano la concorrenza.
La soluzione sarebbe quindi quella di “andare avanti con la qualificazione delle stazioni appaltanti, e andrebbe rimeditata la regola secondo cui Consip e le centrali regionali d’acquisto sono qualificate ex lege. Sono i buyer più influenti, e vanno sottoposti ai controlli di adeguatezza quanto a formazione professionale e al numero di gare annullate al pari degli altri”.